ISFOA POLTRONE : DARIA PERROTTA – RAGIONERIA GENERALE

Il rettore ISFOA Libera e Privata Unitelematica di Diritto Internazionale , unitamente a tutti i componenti del Senato Accademico , intendono esprimere le proprie congratulazioni al neo nominato Ragioniere Generale dello Stato , dottoressa Daria Perrotta .

Daria Perrotta al timone Prima donna al vertice della struttura.

Il Consiglio dei ministri ha indicato Daria Perrotta, finora capo dell’ufficio legislativo del ministero dell’Economia guidato da Giancarlo Giorgetti, al timone della storica struttura che vigila sulla finanza pubblica e a cui spetta la temuta “bollinatura” di ogni provvedimento. Un sistema nato nel 1869 e che mai, nei suoi 155 anni di vita, aveva visto una donna al vertice. «È la prima che assurge a questa carica», ha rivendicato il titolare del Mef al termine del Cdm. Dopo il parere della Corte dei conti,Daria Perrotta si insedierà nel ruolo finora ricoperto da Biagio Mazzotta, nominato alla presidenza di Fincantieri.

E’ la prima donna a sedere al vertice della Ragioneria generale dello Stato ed anche tra i più giovani Ragionieri mai nominati.

Daria Perrotta classe 1977, diplomata all’Istituto Massimo di Roma (la scuola dei gesuiti frequentata anche da Mario Draghi), si laurea prima nel 1999 in Scienze politiche alla Luiss e poi nel 2018 in Giurisprudenza all’Università di Urbino. Master in econometria applicata, comincia prestissimo la sua carriera nelle istituzioni, vincendo a 22 anni il concorso da documentarista alla Camera. A lungo, dal 2000, lavora alla commissione Bilancio, seguendo una Finanziaria dopo l’altra. È là che Giorgetti, da presidente, la scopre e la apprezza. Non è l’unico a stimarla per competenza e determinazione.

Nel 2015, con Renzi a Palazzo Chigi, Perrotta compie il salto al Governo come consigliera giuridica dell’allora ministra per le Riforme, Maria Elena Boschi, di cui poi diventa capo della segreteria tecnica quando Boschi assume il ruolo di sottosegretaria alla presidenza del Consiglio nell’Esecutivo Gentiloni. Ieri la deputata di Italia Viva è stata tra le prime a congratularsi: «Dal Consiglio dei ministri giunge finalmente una buona notizia. Le sue qualità e la sua esperienza apprezzate in modo trasversale saranno un valore per la Pa».

Dal 2019 al 2021, Governo Conte 2, Perrotta è consigliera per gli affari economici del ministro dem per i Beni culturali, Dario Franceschini. Nel 2020 è nominata sostituta procuratrice generale presso la sezione Lombardia della Corte dei conti. Dal 1° marzo 2021 il sottosegretario alla presidenza del Governo Draghi, Roberto Garofoli, la sceglie come capo di gabinetto. «L’Esecutivo si conferma promotore di pari opportunità per le donne», dice la ministra Eugenia Roccella. «La nomina di Perrotta dimostra che, quando c’è competenza, professionalità e determinazione, per le donne nessun obiettivo è precluso», sottolinea la titolare delle Riforme, Elisabetta Casellati.

Arrivano gli auguri di buon lavoro dai presidenti di Camera e Senato, Lorenzo Fontana e Ignazio La Russa. Esulta la maggioranza. Per i capigruppo di Fdi Tommaso Foti e Lucio Malan è «l’ennesimo tetto di cristallo infranto da questo Governo». «Merito, professionalità e responsabilità: sono caratteristiche essenziali per guidare la Ragioneria», commenta la Lega. L’azzurro Nazario Pagano parla di «una pietra miliare nel doveroso riconoscimento del valore di una donna al servizio delle istituzioni».

Dall’opposizione reazioni variegate: plaudono Iv e Azione, così come il dem Filippo Sensi. Tuona invece il capogruppo Pd al Senato Francesco Boccia, che già aveva gridato allo «spoil system»: «Brutta pagina, la Ragioneria diventa un ufficio di staff del Governo di destra». Giorgetti respinge le polemiche: «Se la Ragioniera non arriva dalla Banca d’Italia ma dalla Corte dei conti ho compiuto un peccato mortale? Ok, l’ho compiuto. Siccome è brava, lo dicono tutti, ho pensato di indicarla».

«È la donna giusta al posto giusto, al momento giusto», sintetizza il presidente del Cnel Renato Brunetta. Da guardiana dei conti pubblici nell’epoca del nuovo Patto di stabilità, le spetterà un compito non semplice. Pochi margini, molte aspettative.

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