ISFOA OSSERVATORIO : DELOITTE DICHIARA CHE PER ATTUARE LA DIRETTIVA CASE GREEN E RIQUALIFICARE IL PATRIMONIO IMMOBILIARE ITALIANO I PROPRIETARI DOVRANNO SBORSARE TRA GLI 800 ED I 1.000 MILIARDI DI EURO DOVE OLTRE 8 EDIFICI SU 10 SONO OBSOLETI CONFERMANDO COSI IN MANIERA AUTOREVOLE  LA SITUAZIONE DI GRANDE CRISI DEL  MERCATO IMMOBILIARE IN ITALIA CHE COMPORTERA’ UNA NOTEVOLE RIDUZIONE DEI PREZZI E DELLE COMPRAVENDITE ED UN AUMENTO ESPONENZIALE DEI MUTUI E DELLE SPESE DI MANTENIMENTO CAUSATA DALLA  MAZZATA DELLA UNIONE EUROPEA PER EFFICIENTARE LE EMISSIONI

ISFOA OSSERVATORIO : DELOITTE DICHIARA CHE PER ATTUARE LA DIRETTIVA CASE GREEN E RIQUALIFICARE IL PATRIMONIO IMMOBILIARE ITALIANO I PROPRIETARI DOVRANNO SBORSARE TRA GLI 800 ED I 1.000 MILIARDI DI EURO DOVE OLTRE 8 EDIFICI SU 10 SONO OBSOLETI CONFERMANDO COSI IN MANIERA AUTOREVOLE LA SITUAZIONE DI GRANDE CRISI DEL MERCATO IMMOBILIARE IN ITALIA CHE COMPORTERA’ UNA NOTEVOLE RIDUZIONE DEI PREZZI E DELLE COMPRAVENDITE ED UN AUMENTO ESPONENZIALE DEI MUTUI E DELLE SPESE DI MANTENIMENTO CAUSATA DALLA MAZZATA DELLA UNIONE EUROPEA PER EFFICIENTARE LE EMISSIONI

COME PREVISTO PUNTUALMENTE DAL 2021 E’ ARRIVATA LA TEMPESTA PERFETTA COSTITUITA DA FALLIMENTI LICENZIAMENTI INFLAZIONE STRETTA DI LIQUIDITA’ AUMENTO DEL COSTO DEL DENARO GLI EFFETTI DEVASTANTI DELLA GUERRA E DELLE SANZONI

 

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RASSEGNA STAMPA CONSIDERAZIONI RIFLESSIONI COMMENTI OSSERVAZIONI SPUNTI SCENARI E PREVISIONI

 

Le classi meno efficienti

In Italia gli edifici inquadrati nelle classi energetiche F e G sono il 63% del totale del patrimonio edilizio, mentre in Germania arrivano solo al 45%,in Spagna al 25% e in Francia appena al 21%.

Questo spiega il motivo per cui l’adeguamento agli obiettivi della direttiva europea Case green si prevede particolarmente oneroso proprio per il nostro Paese

Il residenziale

La cattiva performance energetica di molti immobili italiani è legata al fatto che oltre l’83% degli edifici residenziali del Paese risulta essere stato costruito prima del 1990 e più della metà (57%) è risalente a prima degli anni Settanta

 

Case green, per l’Italia stimato un conto di almeno 800 miliardi.

Deloitte spiega che gli edifici del nostro Paese sono meno efficienti della media UE.

 

Un conto compreso tra gli 800 e i mille miliardi, per rispettare gli obiettivi della direttiva Case green. Tagliando di almeno il 20%,attraverso un piano di riqualificazione degli immobili, i consumi di energia entro il 2035. Sono questi gli impressionanti numeri legati alla direttiva Case green (o, più tecnicamente, la Energy performance of buildings directive), secondo uno studio reso noto ieri da Deloitte.

Il conto per il nostro paese rischia di essere più alto rispetto ad altre zone d’Europa. Le abitazioni in classe F e G, infatti, sono in Italia il 63%, una quota molto maggiore rispetto a Germania (45%),Spagna (25%) e Francia (21%). Ed è proprio da queste che dovrà partire la manovra di riqualificazione prevista dalla Epbd. I piani di ristrutturazione dei Paesi membri,infatti, dovranno riguardare, per almeno il 55%, la quota di edifici con le performance peggiori.

Quindi, i risultati non potranno essere raggiunti soltanto realizzando nuovi immobili.

Pesa soprattutto l’età avanzata degli edifici. È questo il fattore che, per lo studio, incide maggiormente sull’inefficienza energetica dei nostri immobili. Secondo la rielaborazione di Deloitte da dati Istat, infatti, nel 2024 il parco immobiliare italiano è costituito da più di 13 milioni di edifici, di cui circa l’89% ad uso residenziale. Gli immobili produttivi e commerciali rappresentano solo il 2% ciascuno del patrimonio complessivo,mentre gli edifici con altra destinazione d’uso corrispondono a circa il 7% del totale. In questo quadro, oltre l’83% degli edifici residenziali risulta costruito prima del 1990 (un dato più alto della media Ue, che è del 76%) e più della metà (57%) è risalente a prima degli anni ‘70. Solo il 3% del nostro patrimonio residenziale, invece, è realizzato dopo il 2011.

L’opera di riqualificazione che dovrà portare a un taglio del 16% dei consumi entro il 2030 e del 20-22% entro il 2035 sarà, allora,molto complessa e costosa. Basti pensare che attualmente il consumo medio di energia nelle abitazioni residenziali è di 170 kWh al metro quadro, equivalenti a una classe G. Entro il 2035 bisognerà portare la media a 136 kWh al metro quadro, con investimenti per una cifra compresa tra gli 800 e i mille miliardi di euro.

Dati che il presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa,commenta così: «Parliamo di cifre completamente fuori da ogni logica, che dovrebbero far riflettere tutti coloro che hanno appoggiato questo provvedimento».

Pesano, infine, gli effetti che la nuova direttiva potrebbe portare sulle banche italiane. Potrebbe materializzarsi un aumento dell’esposizione al rischio, con una potenziale svalutazione degli asset a garanzia degli istituti e un impatto negativo sui «loan to value» dei mutui erogati. Inoltre, potrebbe esserci una limitazione nell’erogazione del credito, con una stretta sulla vendita dei prodotti finanziari che sono associati a immobili con alti consumi energetici.

Una spesa che i proprietari di case dovranno sostenere individuato tra gli 800 e i 1000 miliardi per riqualificare il patrimonio immobiliare nazionale e attuare la Direttiva UE sulle cosiddette case green.

È quanto emerge da un’analisi di Deloitte, che evidenzia come in Italia oltre 8 edifici residenziali su 10 sono obsoleti, con l’83% degli edifici residenziali italiani è stato costruito prima del 1990 e più della metà (57%) è risalente a prima degli anni ’70.

Secondo la rielaborazione di Deloitte da dati ISTAT, nel 2024 il parco immobiliare italiano è costituito da più di 13 milioni di edifici, di cui circa l’89% ad uso residenziale.

E secondo lo studio la percentuale di immobili di classe energetica F e G in Italia è oltre il 60%, mentre in Germania arrivano al 45%, in Spagna al 25% e in Francia appena al 21% e, come detto, si stima che per riqualificare il patrimonio immobiliare degli edifici potrebbero essere necessari investimenti dagli 800 ai mille miliardi.

“Il parco immobiliare residenziale italiano rappresenta circa il 55% della ricchezza complessiva delle famiglie italiane. Per questo, è necessaria una strategia per far sì che la direttiva non si trasformi in un “buco nero”, ma, al contrario, diventi un’opportunità.

L’adeguamento del patrimonio immobiliare alle previsioni della direttiva EPBD richiederà, infatti, soluzioni tecniche non solo per i singoli edifici, ma anche a livello infrastrutturale” ha dichiarato Angela D’Amico, real estate sector leader di Deloitte Italia.

Per attuare la direttiva Case Green e riqualificare il patrimonio immobiliare nazionale sarebbero necessari tra gli 800 e i 1.000 miliardi di investimenti in un contesto come quello italiano, in cui oltre otto edifici residenziali su dieci sono obsoleti.

E’ quanto emerge da un’analisi di Deloitte, secondo cui se si analizza la percentuale di immobili di classe energetica F e G si vede che in Italia gli edifici appartenenti a questa categoria sono oltre il 60%, mentre in Germania arrivano al 45%, in Spagna al 25% e in Francia appena al 21%. La nuova legislazione europea, che entrera’ in vigore il 28 maggio, stabilisce nuove misure che imporranno ai governi europei un miglioramento strutturale dell’efficienza energetica degli edifici per abbattere i consumi energetici e le emissioni di Co2.

L’obiettivo e’ tracciare un percorso per raggiungere un parco edifici neutrale dal punto di vista climatico entro il 2050 tramite riduzione del consumo energetico, azzeramento delle emissioni, eliminazione delle caldaie alimentate a combustibili fossili e installazione di pannelli solari.

Quanto alla sua attuazione, la Commissione prevede che ogni stato membro possa declinare la normativa sul proprio territorio in maniera autonoma, purche’ almeno il 55% del calo di energia derivi dalla ristrutturazione degli edifici con classi energetiche meno efficienti.

Secondo la rielaborazione di Deloitte da dati Istat, nel 2024 il parco immobiliare italiano e’ costituito da piu’ di 13 milioni di edifici, di cui circa l’89% a uso residenziale. Gli immobili produttivi e commerciali rappresentano solo il 2% ciascuno del patrimonio complessivo, mentre gli edifici con altra destinazione d’uso corrispondono a circa il 7% del totale.

Oltre l’83% degli edifici residenziali risulta costruito prima del 1990 – un dato leggermente piu’ alto della media Ue (76%) – e piu’ della meta’ (57%) e’ risalente a prima degli anni Settanta. L’obsolescenza degli edifici e’ considerata una delle principali cause di inefficienza energetica degli immobili.

 

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La V.A.E. ( Validazione del Sapere Acquisito con l’ Esperienza ) è un dispositivo procedurale normativo avviato in Francia nel 2002 ed adottato anche da ISFOA Libera e Privata Università di Diritto Internazionale che permette a tutti coloro che hanno acquisito esperienza professionale di richiedere il rilascio di un diploma universitario .


Questo sistema di convalida dell’apprendimento non formale e informale si basa su una ampia esperienza di pratiche in materia di identificazione e riconoscimento dell’apprendimento pregresso e dell’esperienza professionale ed ha l’obiettivo di dare la possibilità a chi non possiede un titolo di studio , ma vanta esperienze professionali e competenze per ottenere un primo livello di qualifica , di accrescere il proprio livello di istruzione a livello accademico .

 

ISFOA HOCHSCHULE FÜR SOZIALWISSENSCHAFTEN UND MANAGEMENT Libera e Privata Università di Diritto Internazionale fin dalla sua costituzione avvenuta nel 1998 è caratterizzata e riconosciuta universalmente per la propria missione di Solidarietà , Sviluppo Sociale Culturale caratteristiche queste uniche che l’ hanno fatta diventare una delle più ambite e prestigiose università telematiche internazionali , possiede di conseguenza una consolidata reputazione che la qualifica come una organizzazione corretta , trasparente e veloce , soprattutto nella erogazione e destinazione dei fondi raccolti destinati ad opere di bene sia in Africa che in Italia .

 

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