ISFOA OSSERVATORIO : AEW UNO DEI PRINCIPALI GESTORI PATRIMONIALI E DI INVESTIMENTI IMMOBILIARI PREVEDE 42,5 MILIARDI DI EURO DI INADEMPIENZE SUI PRESTITI IMMOBILIARI CON CONSEFGUENTI PERDITE DI 14,5 MILIARDI DI EURO NEI PROSSIMI TRE ANNI PER GLI ISTITUTI DI CREDITO SUI FINANZIAMENTI DEL COMMERCIAL REAL ESTATE CONFERMANDO COSI IN MANIERA AUTOREVOLE  LA SITUAZIONE DI GRANDE CRISI DEL  MERCATO IMMOBILIARE IN ITALIA CHE COMPORTERA’ UNA NOTEVOLE RIDUZIONE DEI PREZZI E DELLE COMPRAVENDITE ED UN AUMENTO ESPONENZIALE DEI MUTUI E DELLE SPESE DI MANTENIMENTO CAUSATA DALLA  MAZZATA DELLA UNIONE EUROPEA PER EFFICIENTARE LE EMISSIONI

ISFOA OSSERVATORIO : AEW UNO DEI PRINCIPALI GESTORI PATRIMONIALI E DI INVESTIMENTI IMMOBILIARI PREVEDE 42,5 MILIARDI DI EURO DI INADEMPIENZE SUI PRESTITI IMMOBILIARI CON CONSEFGUENTI PERDITE DI 14,5 MILIARDI DI EURO NEI PROSSIMI TRE ANNI PER GLI ISTITUTI DI CREDITO SUI FINANZIAMENTI DEL COMMERCIAL REAL ESTATE CONFERMANDO COSI IN MANIERA AUTOREVOLE LA SITUAZIONE DI GRANDE CRISI DEL MERCATO IMMOBILIARE IN ITALIA CHE COMPORTERA’ UNA NOTEVOLE RIDUZIONE DEI PREZZI E DELLE COMPRAVENDITE ED UN AUMENTO ESPONENZIALE DEI MUTUI E DELLE SPESE DI MANTENIMENTO CAUSATA DALLA MAZZATA DELLA UNIONE EUROPEA PER EFFICIENTARE LE EMISSIONI

COME PREVISTO PUNTUALMENTE DAL 2021 E’ ARRIVATA LA TEMPESTA PERFETTA COSTITUITA DA FALLIMENTI LICENZIAMENTI INFLAZIONE STRETTA DI LIQUIDITA’ AUMENTO DEL COSTO DEL DENARO GLI EFFETTI DEVASTANTI DELLA GUERRA E DELLE SANZONI

 

RIFLETTERE PENSARE MEDITARE AVERE BUON SENSO ED ESSERE RAZIONALI SONO QUALITA’ BASILARI ED INNATE CHE PERO’ VANNO SVILUPPATE E COLTIVATE CON UNA ADEGUATA FORMAZIONE ACCADEMICA

RASSEGNA STAMPA CONSIDERAZIONI RIFLESSIONI COMMENTI OSSERVAZIONI SPUNTI SCENARI E PREVISIONI

Se non calano i tassi a rischio un’azienda su quattro

Istat. Il Rapporto sulla competitività: dal 2022 peggiorate le condizioni di finanziamento per le imprese. Pesa anche la frenata tedesca

I segnali sono nitidi, ormai da qualche tempo: l’inflazione scende più rapidamente del previsto, una riduzione dei tassi è ormai alle porte.

Tuttavia, se questa strada non dovesse essere imboccata da parte del consiglio della BCE le conseguenze per l’economia reale sarebbero decisamente molto pesanti.

L’ISTAT , nel XII rapporto sulla competitività dei settori produttivi, è chiara: in caso di mantenimento del costo del denaro ai livelli del 2022-23 (solo lo scorso anno sono state sei le decisioni al rialzo da parte di Francoforte) almeno un quarto delle 800mila imprese italiane – soprattutto nel terziario – andrebbe in sofferenza.

In particolare si potrebbe assistere ad un passaggio nella zona definita “a rischio”, o addirittura “fortemente a rischio”, invertendo di fatto un processo che aveva visto le società di capitali irrobustirsi decisamente nel periodo 2011-2022.

La maggior parte di queste aziende a rischio (il 19,7 per cento) nel 2022 presentava una struttura patrimoniale non sostenibile.

Infatti i tassi alti hanno già messo a dura prova le imprese: l’inasprimento della politica monetaria ha provocato, dal 2022 e per tutto il 2023, un diffuso peggioramento delle condizioni di finanziamento per le imprese manifatturiere (a fine 2023 la quota di chi lo segnalava era cinque volte più elevata rispetto al periodo 2015-2019), in particolare a causa dell’aumento dei tassi d’interesse, che ha aumentato anche i casi di “domanda scoraggiata”: a fine 2023 quest’ultima spiegava oltre la metà dei casi di mancato ottenimento del credito.

La dodicesima edizione del Rapporto sulla competitività dei settori produttivi – presentata al Politecnico di Torino dal presidente ISTAT , Francesco Maria Chelli, e dalla direttrice del Dipartimento per la Produzione Statistica, Monica Pratesi – analizza gli effetti degli shock che dal 2020 hanno colpito in sequenza l’economia italiana, e lo scenario complessivo: nel 2023 il quadro economico internazionale ha continuato a essere caratterizzato da una forte incertezza, alimentata da tensioni geopolitiche e dagli effetti restrittivi della politica monetaria; ne è conseguito un rallentamento della crescita globale, meno accentuato negli Stati Uniti e in Cina, più evidente in Europa. In questo contesto spicca l’andamento dell’economia tedesca: la recessione in Germania, il nostro principale partner commerciale, ha costituito un ulteriore fattore di rallentamento per la crescita italiana.

Un tema centrale è il rapporto dell’economia dell’Italia con il suo principale partner commerciale, le Germania. Secondo il modello macroeconomico dell’Istat, nel 2023 la decelerazione del commercio mondiale avrebbe ridotto di 3,7 punti percentuali la crescita delle esportazioni di beni italiani in volume, di 1,5 punti quella delle importazioni e di 0,8 punti quella del PIL.

Gli effetti imputabili alla sola recessione tedesca sarebbero pari a 1 punto di export, 0,3 punti di import e 0,2 punti di Pil. Un esercizio di simulazione contenuto nel Rapporto evidenzia che, nel periodo 1995-2020, la progressiva dipendenza economica dell’Italia dalla Germania, più ampia di quella della Germania dall’Italia e cresciuta negli ultimi decenni, si è ridotta nel periodo pre-pandemico ed è aumentata quella nei confronti degli altri paesi, tra cui Francia, Usa e Spagna. Le stesse tendenze si riscontrano per la rilevanza della produzione italiana per quella tedesca.

Gli effetti della contrazione della domanda tedesca investono settori e imprese in misura differenziata. La caduta di valore aggiunto più ampia si sarebbe riscontrata nella Manifattura (-0,6 per cento), a riflesso in primis del peso preponderante del comparto sull’export nazionale (oltre l’80 per cento nel 2021).

Gli effetti sui singoli settori risentono delle peculiarità dei rispettivi sistemi esportatori: l’impatto è sul valore aggiunto della metallurgia, in particolare per le pmi e per quelle con un grado medio di coinvolgimento nelle GVC (le catene del valore). In sofferenza risultano anche le medie imprese di chimica e farmaceutica, e le multinazionali a controllo italiano nel comparto degli apparecchi elettrici.

Del resto nel 2023 la Germania rappresentava il principale mercato di destinazione per le quantità esportate di questi settori, con una quota in crescita (esclusa la Farmaceutica) rispetto al 2019.

Rispetto al 2019, la composizione settoriale dell’export italiano in volume non ha subito mutamenti di rilievo. La Farmaceutica ha accresciuto il proprio peso sul totale (+1,3 punti percentuali), posizionandosi al terzo posto nel 2023 dopo Macchinari (-1,3 p.p.) e Autoveicoli (-0,4 p.p.). In calo anche il peso di alcune attività del Made in Italy (Tessile, Abbigliamento e Pelli). Oltre la metà dell’export manifatturiero del 2023 è stata destinata a sette paesi (Germania, Francia, Stati Uniti, Spagna, Regno Unito, Russia e Cina).

Le imprese multinazionali hanno un peso sostanziale sugli scambi della manifattura, che non è mutato con la pandemia: già nel 2021 spiegavano il 76,1% dell’export (41,3% la quota di quelle a controllo italiano, era il 35% nel 2019) e oltre l’80% dell’import (35,4% quelle a controllo italiano). Le controllate estere predominano nell’export di settori a tecnologia alta o medio-alta.

Un indicatore di “rilevanza sistemica” individua otto filiere a elevata sistemicità (cioè con una maggiore capacità di incidere sulle dinamiche complessive del sistema): agroalimentare, mezzi di trasporto su gomma, energia, edilizia, abbigliamento, macchine industriali (non dedicate), farmaceutica e cura di persone, animali e case, Sanità. Le imprese di queste filiere generano il 56,4% del valore aggiunto e il 52,3% dell’occupazione totale delle unità con almeno tre addetti.

TRASFORMA L’ ESPERIENZA IN LAUREA POICHE’ NELLA MODERNA SOCIETA’ SOLO CHI E’ DOTTORE VIENE VERAMENTE CONSIDERATO E VALORIZZATO

POTRESTI ESSERE GIA’ LAUREATO E NON SAPERLO E QUINDI AVER PERSO OPPORTUNITA’ DI CARRIERA ED AUMENTI DI STIPENDIO E SE PRESENTI UN CANDIDATO AVRAI UN IMPORTANTE RICONOSCIMENTO ECONOMICO OLTRE ALLA GRATITUDINE ETERNA DEL TUO CONOSCENTE .


La V.A.E. ( Validazione del Sapere Acquisito con l’ Esperienza ) è un dispositivo procedurale normativo avviato in Francia nel 2002 ed adottato anche da ISFOA Libera e Privata Università di Diritto Internazionale che permette a tutti coloro che hanno acquisito esperienza professionale di richiedere il rilascio di un diploma universitario .


Questo sistema di convalida dell’apprendimento non formale e informale si basa su una ampia esperienza di pratiche in materia di identificazione e riconoscimento dell’apprendimento pregresso e dell’esperienza professionale ed ha l’obiettivo di dare la possibilità a chi non possiede un titolo di studio , ma vanta esperienze professionali e competenze per ottenere un primo livello di qualifica , di accrescere il proprio livello di istruzione a livello accademico .

 

ISFOA HOCHSCHULE FÜR SOZIALWISSENSCHAFTEN UND MANAGEMENT Libera e Privata Università di Diritto Internazionale fin dalla sua costituzione avvenuta nel 1998 è caratterizzata e riconosciuta universalmente per la propria missione di Solidarietà , Sviluppo Sociale Culturale caratteristiche queste uniche che l’ hanno fatta diventare una delle più ambite e prestigiose università telematiche internazionali , possiede di conseguenza una consolidata reputazione che la qualifica come una organizzazione corretta , trasparente e veloce , soprattutto nella erogazione e destinazione dei fondi raccolti destinati ad opere di bene sia in Africa che in Italia .

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