ISFOA OSSERVATORIO : DELOITTE STIMA CHE LA DIRETTIVA COMUNITARIA CASE GREE COMPORTERA’ UNA SPESA TRA GLI 800 ED I 1.000 MILIARDI DI EURO CHE I PROPRIETARI DI IMMOBILI DOVRANNO SBORSARE PER ADEGUARSI 2022 CONFERMANDO COSI IN MANIERA AUTOREVOLE  LA SITUAZIONE DI GRANDE CRISI DEL  MERCATO IMMOBILIARE IN ITALIA CHE COMPORTERA’ UNA NOTEVOLE RIDUZIONE DEI PREZZI E DELLE COMPRAVENDITE ED UN AUMENTO ESPONENZIALE DEI MUTUI E DELLE SPESE DI MANTENIMENTO CAUSATA DALLA  MAZZATA DELLA UNIONE EUROPEA PER EFFICIENTARE LE EMISSIONI

ISFOA OSSERVATORIO : DELOITTE STIMA CHE LA DIRETTIVA COMUNITARIA CASE GREE COMPORTERA’ UNA SPESA TRA GLI 800 ED I 1.000 MILIARDI DI EURO CHE I PROPRIETARI DI IMMOBILI DOVRANNO SBORSARE PER ADEGUARSI 2022 CONFERMANDO COSI IN MANIERA AUTOREVOLE  LA SITUAZIONE DI GRANDE CRISI DEL  MERCATO IMMOBILIARE IN ITALIA CHE COMPORTERA’ UNA NOTEVOLE RIDUZIONE DEI PREZZI E DELLE COMPRAVENDITE ED UN AUMENTO ESPONENZIALE DEI MUTUI E DELLE SPESE DI MANTENIMENTO CAUSATA DALLA  MAZZATA DELLA UNIONE EUROPEA PER EFFICIENTARE LE EMISSIONI

 

COME PREVISTO PUNTUALMENTE DAL 2021  E’ ARRIVATA LA TEMPESTA PERFETTA COSTITUITA DA FALLIMENTI LICENZIAMENTI INFLAZIONE STRETTA DI LIQUIDITA’ AUMENTO DEL COSTO DEL DENARO GLI EFFETTI DEVASTANTI DELLA GUERRA  E DELLE SANZONI

 

RIFLETTERE PENSARE MEDITARE AVERE BUON SENSO ED ESSERE RAZIONALI SONO QUALITA’ BASILARI ED INNATE CHE PERO’ VANNO SVILUPPATE E COLTIVATE CON UNA ADEGUATA FORMAZIONE ACCADEMICA

RASSEGNA STAMPA CONSIDERAZIONI RIFLESSIONI COMMENTI OSSERVAZIONI SPUNTI SCENARI E PREVISIONI

Case Green, per l’Italia stimato un conto che i proprietari delle abitazioni dovranno pagare sarà di almeno 800 miliardi

Un conto compreso tra gli 800 e i mille miliardi, per rispettare gli obiettivi della Direttiva Case Green.

Tagliando di almeno il 20%,attraverso un piano di riqualificazione degli immobili, i consumi di energia entro il 2035.

Sono questi gli impressionanti numeri legati alla direttiva Case Green (o, più tecnicamente, la Energy performance of buildings directive), secondo uno studio elaboratp e diffuso da Deloitte.

Il conto per l’Italia rischia di essere più alto rispetto alle classi meno efficienti In Italia gli edifici inquadrati nelle classi energetiche F e G sono il 63% del totale del patrimonio edilizio, mentre in Germania arrivano solo al 45%,in Spagna al 25% e in Francia appena al 21%.

Questo spiega il motivo per cui l’adeguamento agli obiettivi della direttiva europea Case green si prevede particolarmente oneroso proprio per il nostro Paese.

Il residenziale

La cattiva performance energetica di molti immobili italiani è legata al fatto che oltre l’83% degli edifici residenziali del Paese risulta essere stato costruito prima del 1990 e più della metà (57%) è risalente a prima degli anni Settanta

Deloitte spiega che gli edifici in Italia sono meno efficienti della media UE

Transizione verde altre zone d’Europa.

Le abitazioni in classe F e G, infatti, sono in Italia il 63%, una quota molto maggiore rispetto a Germania (45%),Spagna (25%) e Francia (21%).

Ed è proprio da queste che dovrà partire la manovra di riqualificazione prevista dalla Epbd. I piani di ristrutturazione dei Paesi membri,infatti, dovranno riguardare, per almeno il 55%, la quota di edifici con le performance peggiori.

Quindi, i risultati non potranno essere raggiunti soltanto realizzando nuovi immobili.

Pesa soprattutto l’età avanzata degli edifici.

È questo il fattore che, per lo studio, incide maggiormente sull’inefficienza energetica degli immobili nazionali.

Secondo la rielaborazione di Deloitte da dati Istat, infatti, nel 2024 il parco immobiliare italiano è costituito da più di 13 milioni di edifici, di cui circa l’89% ad uso residenziale.

Gli immobili produttivi e commerciali rappresentano solo il 2% ciascuno del patrimonio complessivo,mentre gli edifici con altra destinazione d’uso corrispondono a circa il 7% del totale.

In questo quadro, oltre l’83% degli edifici residenziali risulta costruito prima del 1990 (un dato più alto della media UE, che è del 76%) e più della metà (57%) è risalente a prima degli anni ‘70.

Solo il 3% del patrimonio residenziale nazionale, invece, è stato realizzato dopo il 2011.

L’opera di riqualificazione che dovrà portare a un taglio del 16% dei consumi entro il 2030 e del 20-22% entro il 2035 sarà, allora,molto complessa e costosa.

Basti pensare che attualmente il consumo medio di energia nelle abitazioni residenziali è di 170 kWh al metro quadro, equivalenti a una  classe G. Entro il 2035 bisognerà portare la media a 136 kWh al metro quadro, con investimenti per una cifra compresa tra gli 800 e i mille miliardi di euro.

Dati che il presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa,commenta così: «Parliamo di cifre completamente fuori da ogni logica, che dovrebbero far riflettere tutti coloro che hanno appoggiato questo provvedimento».

Pesano, infine, gli effetti che la nuova direttiva potrebbe portare sulle banche italiane.

Potrebbe materializzarsi un aumento dell’esposizione al rischio, con una potenziale svalutazione degli asset a garanzia degli istituti e un impatto negativo sui «loan to value» dei mutui erogati.

Inoltre, potrebbe esserci una limitazione nell’erogazione del credito, con una stretta sulla vendita dei prodotti finanziari che sono associati a immobili con alti consumi energetici.

Le classi meno efficienti In Italia gli edifici inquadrati nelle classi energetiche F e G sono il 63% del totale del patrimonio edilizio, mentre in Germania arrivano solo al 45%,in Spagna al 25% e in Francia appena al 21%.

Questo spiega il motivo per cui l’adeguamento agli obiettivi della direttiva europea Case green si prevede particolarmente oneroso proprio per l’Italia

Il residenziale

La cattiva performance energetica di molti immobili italiani è legata al fatto che oltre l’83% degli edifici residenziali del Paese risulta essere stato costruito prima del 1990 e più della metà (57%) è risalente a prima degli anni Settanta .

 

 

TRASFORMA L’ ESPERIENZA IN LAUREA POICHE’ NELLA MODERNA SOCIETA’ SOLO CHI E’ DOTTORE VIENE VERAMENTE CONSIDERATO E VALORIZZATO

POTRESTI ESSERE GIA’ LAUREATO E NON SAPERLO E QUINDI AVER PERSO OPPORTUNITA’ DI CARRIERA ED AUMENTI DI STIPENDIO E SE PRESENTI UN CANDIDATO AVRAI UN IMPORTANTE RICONOSCIMENTO ECONOMICO OLTRE ALLA GRATITUDINE ETERNA DEL TUO CONOSCENTE .

                                     
La V.A.E. ( Validazione del Sapere Acquisito con l’ Esperienza ) è un dispositivo procedurale normativo avviato in Francia nel 2002 ed adottato anche da ISFOA Libera e Privata Università di Diritto Internazionale che permette a tutti coloro che hanno acquisito esperienza professionale di richiedere il rilascio di un diploma universitario .


Questo sistema di convalida dell’apprendimento non formale e informale si basa su una ampia esperienza di pratiche in materia di identificazione e riconoscimento dell’apprendimento pregresso e dell’esperienza professionale ed ha l’obiettivo di dare la possibilità a chi non possiede un titolo di studio , ma vanta esperienze professionali e competenze per ottenere un primo livello di qualifica , di accrescere il proprio livello di istruzione a livello accademico .

 

ISFOA HOCHSCHULE FÜR SOZIALWISSENSCHAFTEN UND MANAGEMENT Libera e Privata Università di Diritto Internazionale fin dalla sua costituzione avvenuta nel 1998 è caratterizzata e riconosciuta universalmente per la propria missione di Solidarietà , Sviluppo Sociale Culturale caratteristiche queste uniche che l’ hanno fatta diventare una delle più ambite e prestigiose università telematiche internazionali , possiede di conseguenza una consolidata reputazione che la qualifica come una organizzazione corretta , trasparente e veloce , soprattutto nella erogazione e destinazione dei fondi raccolti destinati ad opere di bene sia in Africa che in Italia .

 

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I.S.F.O.A. HOCHSCHULE FÜR SOZIALWISSENSCHAFTEN UND MANAGEMENT   

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